La crisi immobiliare nel mondo

29/06/2012
La crisi immobiliare nel mondo

Nessuna parte del mondo sembra poter sfuggire al male endemico che colpisce il mercato Immobiliare. Questo è quel che risulta dal rapporto di Jones Lang LaSalle che riporta come la diminuzione degli investimenti negli asset immobiliari sia del -21% nel primo trimestre del 2012.

I volumi di investimento sono scesi da 97.000 Milioni registrati nel primo trimestre 2011, fino ai 77.000 Milioni dei primi tre mesi del 2012. Questi numeri sono fortunatamente addolciti da realtà positive come il mercato immobiliare USA che rispetto il precedente anno ha registrato un incremento del volume di investimenti del 25%. Anche restringendo la visuale su un arco di tempo breve e recente, si nota come i dati sul mese di Aprile da poco pubblicati dall’U.S. Department of Housing and Urban Development, sottolineano che l’incremento non prosegue. Il numero delle nuove abitazioni vendute rispetto il precedente mese di Marzo è in saldo positivo, così come generalmente i permessi di costruire nuove costruzioni rilasciati dalle autorità.
L’America ha raggiunto un volume record di 29.000 milioni di operazioni di valore nel corso del primo trimestre 2012. Quest’area evidenzia l’aumento degli investimenti negli Stati Uniti (15%) e Canada (52%).

Il vecchio continente Europeo – Il calo generalizzato in questo avvio di 2012 è del 27%, e la cosa non sorprende affatto, i dati Istat per l’Italia, i prezzi da bolla immobiliare in Francia e il crollo già avvenuto del mercato immobiliare spagnolo, sono un bollettino impetoso. Ma in mezzo a questo mare tempestoso si staglia all’orizzonte una terra felice, per la precisione una Land ovvero traduzione di terra dall’Italiano al tedesco. Il mercato immobiliare tedesco così come tutta la sua economia sono in salute, i prezzi delle case crescono (+5,5% solo nell’ultimo anno), sopratutto nelle grandi metropoli. Significa che un modo per tornare ad avere una economia in salute esiste, è sufficiente seguire il modello tedesco e imparare da loro.

E nel resto del mondo? Se questo dato può “confortare” anche nel resto del mondo gli immobili non sono in salute l’area Asia-Pacifico, ha registrato un calo del 28%, nonostante un aumento delle attività in paesi quali il Giappone e Hong Kong.

Secondo Juan Manuel Ortega, direttore di Capital Markets di Jones Lang Lasalle, “Quest’anno sarà vissuto all’insegna delle reazioni dei governi alla perdurante incertezza economica, un problema che gli investitori internazionali seguiranno con interesse. Inoltre prevediamo che il continuo delevereging bancario (operazione per ridurre il debito delle banche), attrarrà fondi e capitali alla ricerca di buone opportunità sulle attività negli Stati Uniti ed Europa.”

Effettivamente molti asset composti da attività e proprietà immobiliari si sono svalutati, e la discesa non potrà proseguire per sempre. Arriverà forzatamente il momento in cui converrà investire in beni e attività produttive.