Nel 2012 è crollato il mercato immobiliare

14/05/2013
Nel 2012 è crollato il mercato immobiliare

Le transazioni sono tornate al livello del 1985 con una flessione del 27,5% su base annua.

Crolla il mercato della casa, perdendo 150 mila compravendite rispetto al 2011. Si tratta del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni trattate erano state circa 430.000.

Il calo minore c’è stato per i capoluoghi (-24,8%), ed il maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%). Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) la diminuzione delle compravendite è stata del 22,4% per un controvalore di circa 19,5 miliardi di euro.

Il calo è andato ben oltre le previsioni del 2011, mentre l’indice di accessibilità, che misura la possibilità di accesso alle famiglie italiane all’acquisto di una abitazione, nonostante il periodo difficile, è migliorato.

Uno dei problemi più grandi è il sempre più difficile accesso alle richieste di credito tramite i servizi bancari, che spesso mal gestiti e quasi sempre alla ricerca di profitti, hanno avuto facilitazioni dalla comunità europea, potendo acquistare denaro a tassi vantaggiosissimi, ma hanno pensato bene di utilizzare questo denaro per “tappare” i buchi di bilancio interni, piuttosto che proporre una buona offerta ai clienti.

Quindi gran parte degli sforzi che a livello comunitario sono stati fatti per agevolare la ripresa dei mercati, tra cui quello immobiliare, sono stati vanificati anche da chi doveva fare da tramite per la distribuzione di queste facilitazioni sulla popolazione.

Cinque anni fa si otteneva un mutuo disponendo del 10-15% del capitale necessario all’acquisto e dimostrando di avere un reddito mensile triplo rispetto alla rata del mutuo. Oggi ci vuole il 40% di contanti e un reddito, derivante da lavoro dipendente a tempo indeterminato, almeno quattro volte la rata e spesso anche garanzie di terzi e bisogna fare i conti con spread (cioè maggiorazioni sui parametri di indicizzazione del costo del denaro) molto più elevati. Il cambiamento di rotta delle banche, causato dalla crisi e da politiche di gestione troppo orientate ai profitti, ha ridotto il mercato dei mutui rendendo molto più difficile l’acquisto degli immobili, soprattutto per i giovani.