Origine e significato di 5 oggetti che non possono mancare in casa a Natale.
17/12/2019
Il Natale si avvicina e anche la casa si trasforma, diventando più bella grazie alle luci e alle decorazioni.
Perché prepariamo l’albero di Natale? Quali sono l’origine e il significato degli oggetti che non possono assolutamente mancare tra le mura domestiche per creare un’adeguata atmosfera di festa?
Che le feste sono vicine lo si capisce da tante cose: le città si dipingono di oro, rosso e argento, mentre nastri e luci illuminano strade e negozi, creando quella speciale alchimia da cui nasce l’inconfondibile atmosfera natalizia.
Tutto diventa più luminoso ed è davvero difficile tenere lo spirito delle feste fuori dal portone di casa quando tutto intorno è così bello!
Che tu viva in un piccolo appartamento o in un’abitazione molto grande non fa differenza: in ogni caso probabilmente anche tu per tradizione hai decorato le stanze (e magari il giardino) secondo il tuo gusto, tra addobbi vecchi e nuovi.
Così anche la casa si è trasformata e fa sentire tutto il suo calore avvolgente, popolandosi di oggetti e simboli della festa che abbiamo imparato a riconoscere fin da bambini.
Ma sei sicuro di conoscerne l’origine e il significato? Scopriamo insieme qualche curiosità legata al Natale.
L’albero di Natale.
Non possiamo che cominciare dall’usanza natalizia più diffusa: l’albero di Natale.
Arredare la casa con un abete addobbato è una tradizione consolidata in tutto il mondo.
Già al tempo dei romani era usanza decorare la casa con rami di pino in occasione delle calendae di gennaio.
In seguito, intorno all’XI secolo, tra i cristiani del Nord Europa si diffuse l’uso di decorare un albero sempreverde con frutti e fiori di carta, per simboleggiare l’albero della conoscenza del bene e del male citato nella Genesi.
Questa pratica si diffuse timidamente nel Seicento e si affermò poi nel Settecento.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita, nella seconda metà dell’Ottocento, al Quirinale e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese.
In quel periodo, invece che essere arso, l’abete iniziò ad essere abbellito e ai frutti si preferirono sempre più ghirlande, nastri, candeline, fino a quando alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare pendenti di vetro soffiato leggeri e variopinti che diventarono di moda e costituirono l’ornamento tradizionale dell’albero natalizio: le antenate delle nostre palline.
Il presepe.
La rappresentazione della natività con le piccole statue è molto sentita in Italia e affonda le proprie radici nel Medioevo: fu San Francesco il primo a realizzare la scena della nascita di Gesù, ma solo dopo aver avuto l’approvazione papale.
Nei secoli successivi la tradizione del presepe si rafforzò, sia in campo artistico che in quello “popolare” e molte chiese lo allestirono all’interno dei loro locali.
Solo verso l’inizio del Novecento il presepe arrivò nelle case di tutti, anche dei borghesi e del popolo, e ancora oggi resta un’usanza in bilico tra antico e moderno.
Il vischio.
Il rametto di vischio che durante le feste natalizie si usa appendere alle porte ha una lunghissima tradizione che parte dalle credenze celtiche.
Per questi popoli il vischio portava fortuna e serenità e, dato che non tocca la terra con le sue radici, era il simbolo della resurrezione e della sopravvivenza della vita alla morte.
Perché ci si bacia sotto il vischio? Anche il “potere fortunato” del bacio arriva dai popoli antichi del nord Europa: quando due nemici si incontravano sotto una pianta di vischio erano infatti soliti abbandonare le armi e concedersi una tregua, sancendo il patto con un bacio.
È però solo intorno alla fine del XVIII secolo che i britannici hanno iniziato ad appendere il vischio come celebrazione del Natale.
La stella di Natale.
Su questa bellissima pianta ci sono numerose leggende, tutte provenienti dal suo Paese d’origine, il Messico, ed è da qui che nasce anche l’uso di regalarla nel periodo di Natale come augurio di prosperità e serenità.
Secondo una leggenda, si narra che furono le lacrime di un bambino molto povero, dispiaciuto di non aver potuto portare in chiesa niente di meglio che un mazzo di bastoncini legati da un nastro rosso in dono a Gesù, a far trasformare dei semplici ramoscelli in uno dei fiori più belli del Messico.
Furono i missionari spagnoli a far diventare la pianta un simbolo del Natale poiché è in grado di dare il meglio della sua fioritura proprio in coincidenza con la festività.
Le luci.
Come abbiamo detto, un tempo gli addobbi che si utilizzavano erano costituiti da nastri, ghirlande, fiocchi e frutti.
Per quanto riguarda le luci, erano le candele a creare l’atmosfera natalizia.
Tutto diventò più “lucente” a partire dal 22 dicembre 1882, quando Edward Hibberd Johnson, inventore e socio in affari di Thomas Edison, ebbe l’idea di attorcigliare un filo di lampadine colorate intorno al proprio albero di Natale nella sua casa a New York.
Erano 80 lampadine rosse, bianche e blu delle dimensioni di una noce.
Abete, presepe, vischio, luci e stelle di Natale: sono questi i principali simboli che, anno dopo anno, ricompaiono puntuali per riscaldare la casa e i cuori dei suoi occupanti.